Usare i certificati per recupero minusvalenze può essere un ottimo metodo per avere maggior efficienza fiscale e recuperare minusvalenze accantonate rispetto ad altri metodi più speculativi.
Come approfondito precedentemente, non tutti i prodotti compensano le minusvalenze e quindi i certificati sono uno dei tanti modi per ovviare al problema.
Consigliato: Guida alle Minusvalenze.
La caratteristica principale dei certificates, rispetto ad altri strumenti, è quella di riuscire a fornire, a seconda della tipologia:
In alcuni casi, se lo strumento è a capitale protetto, oltre a potenziali cedole (condizionate o a premio fisso) e/o potenziali apprezzamenti del capitale grazie ad una partecipazione, è anche previsto un importo minimo di rimborso (protezione del capitale).
Ovviamente, prima ancora di partire, è bene conoscere a quanto ammontano le proprie minus e, in maniera realistica, cercare di comprendere obbiettivamente se si è in grado di compensarle nel lasso temporale massimo consentito.
Ora che abbiamo grossomodo fatto il punto della situazione su come ci aspettiamo che avvenga l’operatività, torniamo all’importo che è necessario recuperare:
Un’idea quindi di come visualizzare la propria strategia operativa e di conseguenza le proprie scelte di investimento e conseguenze potrebbe essere la seguente:
Strategia | Caratteristiche | Conseguenze |
Capitale elevato allocato in strumenti fiscalmente efficienti a basso rischio. | Necessita di riallocare gran parte del proprio capitale per ottenere un gain consistente. | Compensazione minus con ridotta preoccupazione di subire ulteriori perdite. |
Capitale ridotto allocato in strumenti fiscalmente efficienti a alto rischio. | Una somma ridotta investita può essere sufficiente a generare un gain adeguato. | Compensazione minus a fronte del rischio di possibili ulteriori perdite. |
I Cash Collect permettono di ricevere delle cedole periodiche (condizionate oppure no, in base alla presenza di una barriera cedola) ed un rimborso a scadenza a valore nominale, tenendo conto di una barriera capitale. Il premio deriva dal rischio che ci assumiamo a fronte della costruzione del certificato su un determinato sottostante (approfondiremo più avanti).
Consigliato: introduzione ai Certificati di Investimento.
Per valore sottostante inferiore o uguale a barriera cedola, non vengono più distribuite le cedole. Se è previsto effetto memoria, verranno distribuite anche quelle “vecchie” non distribuite, alla successiva data utile, a patto che il sottostante sia rientrato in barriera cedola.
Per valore sottostante inferiore o uguale a barriera capitale, non è più garantito il rimborso del capitale a valore nominale ed il certificato sposta il suo prezzo molto in basso, imitando la performance stessa del sottostante rispetto al suo prezzo rilevato poco prima dell’emissione (data di fixing o di osservazione iniziale).
Fortunatamente, in caso di ritorno in barriera prima della data di scadenza, la protezione del capitale è salva e ciò vale per la maggior parte dei prodotti, per via della modalità di osservazione della barriera a scadenza (europea).
Attenzione in quanto alcuni prodotti come i bonus cap (che non distribuiscono cedole ed hanno quindi il guadagno “incorporato” in un rimborso a prezzo maggiorato), hanno barriera ad osservazione continua (americana) e quindi è sufficiente anche un solo giorno di negoziazione con evento barriera durante la vita del certificato per compromettere l’intera performance.
Abbiamo approfondito precedentemente i Certificati Bonus Cap per ulteriori informazioni. In generale, pur avendo una durata molto ristretta (e quindi diminuendo il rischio di evento barriera), l’osservazione continua della barriera è un rischio da non trascurare. In ogni caso, per una completa illustrazione, si rimanda alla pagina sopraindicata.
Tornando ai Cash Collect classici, se come sottostante non si ha un singolo indice o una singola azione, ma piuttosto panieri di indici o peggio ancora panieri di azioni, il rischio del prodotto incrementa fortemente, come i suoi rendimenti.
Attenzione però in quanto, come detto prima, tollerare la volatilità non è sufficiente per eliminare il rischio. Inoltre, proprio per via della struttura del prodotto che restituisce la performance del peggiore sottostante in caso di evento barriera, avere numerosi sottostanti non diversifica, anzi, aumenta soltanto il rischio, con conseguente rendimento atteso superiore.
Di seguito un’idea dei rendimenti attesi in relazione al sottostante:
Attività di riferimento | Rendimento cedolare atteso |
Indice | 5% annuo |
Paniere di indici | 7/8% annuo |
Azione singola | 10% annuo |
Paniere di azioni | >10% annuo |
Inutile dire che il rendimento atteso è tale se il certificato non va in barriera e che le percentuali sul rendimento cedolare sono solamente stime da aggiustare poi in relazione al rischio del singolo sottostante (non tutti gli indici e le azioni hanno lo stesso rischio).
Nella categoria dei Cash Collect a capitale condizionamente protetto, vi sono dei certificati che, in una precisa data, pagano una cedola molto massiccia (arriva anche al 20%) e subiscono un equivalente deprezzamento in portafoglio.
Anche i Cash Collect a capitale 100% protetto permettono di ricevere delle cedole periodiche (condizionate oppure no, in base alla presenza di una barriera cedola) ed un rimborso a scadenza a valore nominale, senza tuttavia preoccuparsi di una barriera capitale.
La protezione del capitale non lascia molto spazio ai rendimenti attesi, i quali si avvicinano molto a quelli della liquidità stessa: un prodotto a capitale protetto, ad oggi, rende un importo che si aggira intorno al 3/4% annuo.
Anche nei Certificati a Capitale Protetto con Partecipazione l’emittente stabilisce un prezzo di fixing (o di osservazione iniziale). Se previste, eventuali osservazioni rispetto al prezzo di fixing si usano per la distribuzione di importi condizionati aggiuntivi e non incidono (ovviamente) sull’importo minimo di rimborso del prodotto, essendo a capitale 100% protetto.
Tuttavia, questi prodotti, guadagnando tramite partecipazione, raramente staccano delle cedole.
Ciò che invece viene fatto, è confrontare il prezzo di fixing iniziale con il prezzo di fixing finale (a scadenza) e, su base di una percentuale di partecipazione, rimborsare un importo che comprenda il valore nominale del prodotto sommato alla performance derivante dalla partecipazione.
Riassumendo, le fasi salienti del ciclo di vita del prodotto sono le seguenti:
Il prodotto è quindi una via di mezzo rispetto a comprare un etp o un tracker su un indice ed aspettare che salga. Non è possibile pianificare in maniera precisa i guadagni, ma è garantita la protezione del capitale.
In conclusione, terminiamo con una tabella riassuntiva dei prodotti e delle loro relative caratteristiche:
Tipo prodotto | Barriera | Rendimento | Protezione capitale |
Cash Collect capitale condizionatamente protetto | Scadenza (Europea) | 5-15% in funzione del sottostante. | NO |
Bonus Cap | Continua (Americana) | 5-15% in funzione del sottostante. | NO |
Cash Collect capitale condizionatamente protetto Maxicedola | Scadenza (Europea) | 5-15% (la maxicedola) non si considera in quanto deprezza il prodotto al momento dello stacco. | NO |
Cash Collect 100% protetto | assente | 3-4% in funzione soprattutto del costo del denaro. | SI |
100% protetto con partecipazione | assente | non definita, previsto rimborso minimo 100% del capitale. | SI |
Come detto, i Certificates sono in grado di compensare sia mediante cedola che guadagno in conto capitale (Capital gain) qualsiasi tipo di minusvalenza.