Consigli per investire: Introduzione agli errori più comuni

Ecco alcuni consigli per investire rivolti a chi inizia a guadagnare esposizione nei confronti dei mercati finanziari, in modo da conoscere i principali errori che condizionano i rendimenti in un percorso di investimento, in particolare nel mercato azionario.

Sono errori particolarmente comuni ed è quindi molto utile conoscerli per cercare di evitarli.

Valutazione di un titolo

Ragionare in modo illogico e prendere di conseguenza scelte illogiche, è abbastanza comune nel processo di valutazione di un titolo azionario.

  • Ipotizziamo adesso di valutare e comprare un’azione molto interessante quotata sul mercato americano: i valore che gli attribuiamo è 50 ma il prezzo di mercato 40.
  • Successivamente esce una trimestrale negativa perché l’azienda è cresciuta meno del previsto e si attende una crescita inferiore rispetto a quello che il mercato si attendeva.
  • Questo porta il prezzo a 30. La nostra valutazione era 50 e, senza fare una nuova valutazione da zero, è molto probabile che la valutazione nella nostra mente abbia un prezzo pari a 40. Questo problema è l’ancoraggio, ossia l’idea di partire da un valore prestabilito senza ri-effettuare una nuova valutazione.

Quando ci troviamo ad avere un investimento che non funziona, poiché partiremo da un livello e non aggiusteremo abbastanza il prezzo con le nuove informazioni, si cade in una vendita ritardata, quando invece un investimento funziona perché ci sono nuove informazioni che fanno crescere il prezzo e noi non le incorporiamo, cadiamo invece in una vendita anticipata.

Etichettare gli investimenti e mental accounting

Un altro discorso è legato alle etichette che diamo ai nostri investimenti.

Questo investimento è per la mia pensione. Questo investimento è per l’acquisto della macchina. Questi soldi sono i miei risparmi che voglio mantenere per il breve periodo, nel caso avessi emergenze e così via. E questo va benissimo. Stiamo dando degli obiettivi ai nostri investimenti.

Tuttavia, questi investimenti non vanno trattati in modo svincolato. Da un punto di vista di ottimizzazione del portafoglio, è importante considerare i vari portafogli tra di loro e come questi portafogli interagiscono.

  • Un chiaro esempio è il fondo pensione. Molti mettono una cifra, magari versandoci il TFR.
  • Nel tuo stato patrimoniale, avrai anche il fondo pensione e quindi, a seconda di come è composto poi il tuo fondo pensione, dovrai prendere decisioni diverse su altri investimenti, in particolare sulla ripartizione di asset class.
  • Ammettiamo che metà investimento sia all’interno di un broker e l’altra metà all’interno di un fondo pensione che investe in un portafoglio 60/40.
  • All’interno del mio fondo pensione sto sotto pesando le azioni, quindi sarà importante nel momento in cui faccio prendo delle scelte su un broker, considerare che da una parte ho sottopesato le azioni, quindi dovrò aumentare il peso azionario su un broker per compensare 60% che ho sul fondo pensione.

Attenzione: ciò va comunque in base al proprio profilo di rischio ed in alcune situazioni, essendo il fondo pensione difficilmente svincolabile, potrebbe essere necessario ridurre ulteriormente l’azionario per avere liquidità a breve termine.

“Questa parte di portafoglio è per l’auto, questa parte è la mia pensione eccetera..”: il mental accounting può essere utile nella finanza personale, ma occorre avere un’idea dell’asse complessiva e di come gli strumenti all’interno del portafoglio interagiscono tra di loro.

Decorrelazione tra Asset

Avendo portafogli con strumenti diversi, è interessante contribuire in momenti diversi a questi portafogli, per sfruttare la de correlazione di alcuni asset.

Ci sono dei momenti in cui le obbligazioni scendono di più delle azioni o viceversa, le azioni scendono più delle obbligazioni e sfruttare questa cosa per contribuire.

Troppa attenzione ai dividendi

Un altro esempio può essere quello del portafoglio da dividendi, paragonati in maniera diretta ad una rendita, quindi crediamo che per costruirci una rendita ci sia bisogno di dividendi, quindi non considererò tante altre cose, trascurando che il nostro rendimento è costruito dalla crescita del prezzo e dai dividendi.

  • Avere dividendi più elevati non vuol dire avere rendimenti più elevati. Il dividendo in realtà non segnala rendimenti più elevati, quindi di nuovo tendenza ad avere un portafoglio sbilanciato inefficiente.
  • Alcuni prodotti estremizzano il concetto di dividendi creandone di artificiali mediante la vendita di opzioni put ed abbiamo già parlato dell’eccessiva percezione di “sicurezza e rendimento” di questi prodotti, che, income a parte, non riescono ad apprezzare il capitale in maniera considerevole.

Tolleranza al rischio in base all’andamento di mercato (Framing)

Se vengo da un periodo di perdite, credo che la mia tolleranza al rischio sia superiore, perché nella mia testa voglio prendermi più rischio per recuperare rapidamente queste perdite. Tuttavia, avendo preso un rischio superiore, sappiamo benissimo che sul breve periodo questo non vuol dire per forza rendimenti superiori, anzi, potrebbe voler dire perdite superiori.

  • Voler recuperare il più rapidamente possibile, ci porta ad avere un portafoglio completamente disallineato da quelli che erano gli obiettivi iniziali.
  • Considerare la volatilità come misura del rischio è un altro fenomeno non trascurabile nell’effetto framing. La volatilità è una misura del rischio, sì, ma nel breve periodo. Focalizzarsi sui movimenti di breve periodo del mercato e non focalizzarsi su quelli che sono invece i rendimenti attesi di lungo periodo di un determinato investimento fa perdere coerenza al nostro obiettivo di investimento, se siamo realmente orientati al lungo termine.

Come esiste il framing, è anche possibile fare reframing:

  • Alcuni investitori, al primo impatto sono totalmente intolleranti al rischio, non vogliono vedere volatilità all’interno del portafoglio.
  • Bisogna considerare che nel breve periodo il mercato può scendere, ma ci sono buone probabilità che sul lungo periodo questa discesa non abbia un impatto e che sul lungo periodo, la parte azionaria volatile abbia un rendimento superiore rispetto al resto del portafoglio rischi.
  • Senza azioni nel portafoglio, potrebbe non essere possibile, ad esempio, raggiungere un rendimento che possa aiutare a costruire una somma complementare in età pensionabile, barattando di fatto un rischio di breve termine per un rischio di lungo termine.
  • Fare un reframe è quindi molto importante: focus su rendimenti attesi anziché volatilità.

Performance passate

Un altro errore che si connette, è quello sul mercato azionario americano: il fatto che gli Stati Uniti abbiano avuto rendimenti superiori in passato non vuol dire che abbiano rendimenti superiori in futuro, magari rispetto ai Mercati Emergenti; diverso è il discorso di un investitore specializzato che conosce molto bene un paese o un settore ed uscire dal cerchio di competenze potrebbe essere deleterio.

Inutile dire quindi che non è molto sensato concentrare inutilmente il portafoglio geograficamente o settorialmente, salvo competenze specifiche; per poi cadere nel rischio più grande ovvero quello di costruire portafogli con poche azioni singole, cercando di replicare le gesta di investitori che, a differenza di un investitore al dettaglio in grado solamente di studiare i fondamentali, hanno la facoltà di poter parlare di persona con l’executive ed improntare la propria visione sulla mission aziendale e sugli obiettivi di mercato a breve e lungo termine.