Cash Collect su paniere di azioni: Rischi da Sapere Prima di Investire

Il primo tipo di prodotto che si trova quando si inizia a studiare il mondo dei certificati, è quello dei Cash Collect su paniere di azioni, probabilmente per via dei rendimenti elevati promessi rispetto a certificati molto sicuri.

Sia ricercandoli autonomamente, sia che vengano proposti da un consulente finanziario, è facile sovra pesare tali strumenti, allettati dai potenziali guadagni ma sottovalutando le potenziali perdite.

Vediamo quindi i potenziali rischi di un prodotto costruito su paniere di azioni anziché su di un singolo sottostante.

Accenno ai certificati Cash Collect

Come accennato precedentemente nella pagina dedicata ai Certificati di Investimento, i Cash Collect permettono di ricevere delle cedole periodiche (che possono essere condizionate oppure no, in base alla presenza di una barriera cedola) e rimborso a scadenza pari al valore nominale (per esempio 100 o 1000, a seconda dei tagli del prodotto), in base ad una barriera capitale. Il premio varia in base al rischio che ci si assume in base alla costruzione del certificato su un determinato sottostante.

  • Quotando nel mercato secondario, il prezzo di negoziazione oscilla, percui, se vengono acquistati sopra la pari o sotto la pari, seguiranno ulteriori guadagni o perdite in conto capitale in fase di scadenza (tenendo conto che rimborsano a valore nominale, salvo evento barriera capitale) o di vendita anticipata a prezzo di mercato.
  • I certificati con rendimento maggiore, sono quelli costruiti su sottostante o panieri e proteggono (parzialmente) il capitale e le cedole da oscillazioni di mercato solamente entro un certo limite (barriera cedola o barriera capitale, a seconda del riferimento), il quale si aggira tra un 40-60% del prezzo del sottostante al livello di osservazione iniziale (prezzo del sottostante poco prima di emettere il certificato).
  • Per valore sottostante inferiore o uguale a barriera cedola, si blocca la distribuzione periodica delle cedole. Se è previsto effetto memoria, verranno distribuite anche quelle “vecchie” non distribuite, alla successiva data utile, a patto che il sottostante sia rientrato in barriera cedola.

Con valore sottostante inferiore o uguale a barriera capitale che non recupera di prezzo entro il periodo di osservazione finale (prossimo a quello di scadenza), non viene garantito il rimborso del capitale a valore nominale ed il certificato sposta il suo prezzo molto in basso, imitando la performance stessa del sottostante rispetto al suo prezzo rilevato poco prima dell’emissione (data di fixing o di osservazione iniziale).

Questi prodotti rispondono al nome di certificati cash collect a capitale condizionatamente protetto.

Cash Collect Worst-of su Paniere di Azioni

Quando si parla di scenario sfavorevole, è necessario tenere conto di cosa accade se, invece di disporre di un certificato su un singolo sottostante, si parla di un certificato costruito su un paniere di azioni (vale lo stesso anche su un paniere di indici, tuttavia gli indici oscillano estremamente di meno rispetto alle singole azioni e quindi il discorso si rende più degno di nota per quando riguarda le azioni).

  • Se vi sono più di un singolo sottostante nel prodotto, è sufficiente che un singolo componente vada in barriera per deprezzare il prodotto. Inoltre, il certificato, raggiunto l’evento barriera, imita sempre la performance del sottostante peggiore contenuto al suo interno.
  • Il fatto che, in caso di paniere di sottostanti ed evento barriera, venga sempre imitata la performance del sottostante peggiore, incrementa ovviamente il rischio, che è quindi correlato ad un maggior rendimento atteso, ma anche a possibilità più alta di perdere denaro.

Da queste considerazioni è nata la dicitura “Worst-of“, che indica che la performance attribuita al prodotto, la quale sarà equivalente, in caso di evento barriera, a quella del singolo componente del sottostante che ha perso di più.

Tale svantaggio statistico si ripercuote anche sulla barriera relativa alle cedole e quindi, anche per le cedole percepite, la performance negativa di un singolo titolo nel paniere, oltre a pregiudicare la restituzione del valore nominale, pregiudica anche il relativo flusso cedolare.

Evento barriera più probabile con i Cash Collect su paniere di azioni

Quando si parla di prodotti costruiti con un paniere di sottostanti, diventa più difficile recuperare una determinata perdita, in quanto la performance del sottostante peggiore rovina statisticamente le possibilità di reinvestimento.

  • Tecnicamente, si potrebbe prendere la cifra restituita da un certificato andato male e reinvestirla direttamente nel sottostante più penalizzato (o direttamente lo stesso paniere replicato in azioni), ma molto difficilmente il risultato ottenuto è il medesimo che si otterrebbe su un singolo sottostante, soprattutto se quest’ultimo ha storicamente grandi possibilità di recupero (si pensi ad un indice ad esempio).
  • Nei certificati Cash Collect, si può quindi affermare che un prodotto a singolo sottostante è quindi tendenzialmente più sicuro di un paniere.

Insomma, un paniere trasmette “tranquillità” e diversificazione solamente in caso di acquisto diretto delle azioni, ma se si investe su un certificato composto da paniere di azioni, la performance restituita in caso di scenario sfavorevole è sempre quella dell’azione peggiore.

La statistica non lascia spazio ad altre teorie: in questo caso, più componenti ci sono, più vi è il rischio di perdere capitale.

Confronto settorialità e singoli sottostanti

Non è raro imbattersi in un prodotti composti da un paniere di azioni (in genere sono 3 azioni) di cui conosciamo la stragrande maggioranza dei titoli ma ve ne sono alcuni particolarmente volatili e poco conosciuti che servono ad aggiungere “pepe” al certificato.

  • A questo punto, serve a ben poco che le altre 2 azioni siano big cap con ottimi fondamentali se è presente un titolo a piccola capitalizzazione, con fondamentali deboli e P/E molto alto.
  • In realtà, come già detto, è proprio il titolo più scadente che aggiunge il rischio e quindi la remunerazione del prodotto stesso.

Come reagiscono i certificati alla settorialità?

In genere, raramente i certificati sono emessi con panieri i cui titoli appartengono a settori diversi, questo sia perché, ad oggi, il mercato vuole idee di investimento e tematiche precise per comprare un prodotto del genere, sia perché in un paniere Worst-of avere un titolo di un altro settore che cresce positivamente ed in maniera meno correlata a scapito di un altro che cola a picco è del tutto inutile.

Ha senso cercare titoli dello stesso settore per ricercare correlazione?

Viene a questo punto l’idea di prediligere prodotti i cui titoli del paniere siano fortemente correlati tra loro in maniera settoriale, principalmente per i seguenti motivi:

  • Se la performance sarà sempre quella del titolo peggiore, tanto vale cercare i titoli con la massima correlazione, in modo che la risposta al prezzo sia più vicina possibile a quella di avere un singolo sottostante.
  • Per cercare ovviamente i titoli con la massima correlazione, i titoli con alta specificità e settorialità sono quelli più plausibili (almeno in via teorica).

Nella pratica, è molto più difficile del previsto.

  • Ipotizziamo di avere un certificato emesso tempo addietro costruito su paniere di aziende operanti nel settore health-care e decidiamo di entrarvi dopo aver visto uno scenario laterale/debolmente negativo nel settore health-care.
  • Se si approfondisce ulteriormente, a prescindere dalle valutazioni a sconto che possono colpire un intero settore, si scopre che le singole azioni, pur operando in settori similissimi tra di loro, non hanno poi cosi tanta de-correlazione rispetto a quanto ci si possa aspettare.
  • Al netto di scoperte scientifiche, brevetti e messa in commercio di determinate soluzioni applicative, le intenzioni di acquisto e di vendita possono far fluttuare un singolo titolo anche di un 30/40% nel giro di singole sedute.

Abbiamo fatto un esempio particolarmente drastico, eppure non sono poi cosi rari altri esempi simili, è sufficiente una singola trimestrale o una guidance errata per ribaltare totalmente la situazione. Insomma, il fatto di appartenere allo stesso settore per ridurre la volatilità, non è una garanzia efficace per proteggersi dall’evento barriera.

Possiamo quindi affermare che, in definitiva, i rendimenti particolarmente elevati, difficilmente riescono a giustificare le possibili perdite.

Chiedersi sempre se si investirebbe nei diretti sottostanti

Una domanda che ci si può porre prima di acquistare un prodotto su paniere di azioni, ma anche su singolo titolo/indice, è se si comprerebbe il diretto sottostante nella sua forma nativa (sotto forma di diretta azione, ad esempio).

  • Un bias comune è quello di acquistare un prodotto costruito su varie azioni, di cui se ne conoscono solamente 2 e restare ancorati alla conoscenza di quest’ultime, trascurando quelle rimanenti nel paniere che non si conoscono e che potrebbero rappresentare la componente più rischiosa.
  • Se si intravede un’azione che non si conosce bene e che non la si acquisterebbe mai direttamente, è bene non farsi tentare dalla presenza degli altri sottostanti conosciuti, anche se tentati dalla presenza di una barriera capitale (La dicitura Worst-of, come detto prima, rende la performance positiva di altri titoli non utile alla barriera capitale).

Confronto barriera capitale ma su strumento a singolo sottostante

Quando si parla di un prodotto in grado di distribuire un flusso cedolare proteggendo il capitale entro determinate oscillazioni, è ovvio che ci si sta affidando sul fatto di poter ricevere un flusso di cassa molto preciso, sia in termini di restituzione del capitale, sia in termini di cedole.

L’effetto, è molto più marcato ed efficace se il certificato traccia un singolo sottostante, meglio ancora se quel singolo è rappresentato da un indice anziché da un’azione.

Ammettiamo ad esempio di essere già esposti su SP500 e di voler investire una liquidità dopo uno scenario, da parte dell’indice, lievemente ribassista/laterale.

  • Versare la somma in un indice con unica soluzione, senza un calo consistente dei prezzi, potrebbe rendere l’investitore poco confortevole.
  • Allo stesso tempo, iniziare un piano di accumulo con piccoli versamenti aggiuntivi potrebbe sembrare una scelta poco saggia con i mercati laterali: psicologicamente, chi inizia un piano di accumulo, è spesso “speranzoso” di poter cercare di mediare un mercato considerato troppo caro mediante versamenti aggiuntivi futuri più consistenti.

Per ovviare al problema, un investitore potrebbe comprare un certificato su SP500 che fornisce 5% di cedola annuo e protegge fino al 40% rispetto al prezzo di osservazione iniziale (barriera capitale).

Evento barriera in caso di prodotto a singolo sottostante

Se l’indice perde cosi tanto valore da far scattare la barriera, senza rientro neanche a data di scadenza, verrà rimborsata la performance dell’indice stesso. Ovviamente, se l’indice ha perso il 40% ed oltre, in caso di un certificato emesso a 100, il rimborso non potrà mai essere superiore a 60. Anzi, date le commissioni interne, la performance potrebbe anche essere di un qualche punto percentuale lievemente peggiore.

Tuttavia, lo scenario di potenziale recupero creabile, può comunque aiutare l’investitore:

  • Avendo ricevuto una somma corrispondente alla performance di un indice nel quale si avrebbe avuto comunque fiducia ad investirvi direttamente, si può usare quella cifra per riesporsi direttamente in un prodotto fiscalmente efficiente (etp o certificate tracker) per continuare ad avere esposizione su SP500.
  • Trattandosi di un indice ben diversificato, è molto probabile riuscire a recuperare la perdita a seguito di un apprezzamento dell’indice e poter rivendere compensando anche la minusvalenza generata.

Come abbiamo visto, il pay-off non è poi cosi diverso rispetto ad aver investito direttamente nell’indice stesso fin dall’inizio. L’unica cosa che abbiamo perso è la possibilità di cartolarizzare proteggendo il capitale.

Cartolarizzazione su stesso indice ma date di scadenza diverse

Quando si parla di singolo sottostante e ben diversificato (SP500, ACWII, Nasdaq ecc.), è possibile anche prendere certificati con varie date di scadenza per ridurre il rischio dell’evento barriera.

  • A livello temporale, avere più prodotti sullo stesso sottostante, ma con data di osservazione finale e scadenze diverse, protegge maggiormente dall’evento barriera, anche se gli strike sono gli stessi, per via degli orizzonti temporali diversi che comportano date di osservazione diverse.
  • Il discorso può cambiare in caso di bear market particolarmente lunghi, che tuttavia equivarrebbero semplicemente a restituire semplicemente l’importo dell’indice stesso, ma in linea generale, è difficile che scadenze dilazionate in mesi diversi riescano a chiudersi tutte con evento barriera capitale.

In definitiva, come è stato possibile dimostrare, la barriera capitale e la capacità di aver restituito un importo condizionatamente protetto diminuisce rapidamente quando, anziché disporre di un singolo sottostante, si dispone di un certificate su paniere.

  • Se si vuole ottenere esposizione su un certificate composto da paniere, controllarne sempre la de correlazione ai fini di ridurre la possibilità di evento barriera.
  • Se si parla di prodotto a singolo sottostante, è molto più facile recuperare una perdita reinvestendo nel diretto sottostante quando questo ha probabilità di risalita maggiori, come ad esempio un indice, rispetto ad un’azione che potrebbe deprezzarsi senza offrire più in futuro opportunità di risalita.

Domande più comuni su Aspetti Fiscali

Come detto, i Certificates sono in grado di compensare sia mediante cedola che guadagno in conto capitale (Capital gain) qualsiasi tipo di minusvalenza.

  • In assenza di minusvalenze, la tassazione di Cedole e Capital gain è fissata al 26%.
  • Come tutti i prodotti finanziari, si applica l’imposta su titoli e depositi dello 0,2% sul controvalore dell’investimento stesso.

Consigliato: Guida alle minusvalenze.