Certificati a Capitale 100% protetto su tassi interbancari: Euribor® vs Indici Azionari

Certificati a Capitale 100% protetto su Tassi di Interesse e confronto in termini di performance e movimenti attesi con prodotti costruiti su Indici: Cosa conviene?

Nell’ultimo periodo, complice anche l’aumento dei tassi, è possibile ottenere dei rendimenti su prodotti a Capitale Protetto che fino a poco tempo fa sarebbero stati impensabili.

Tra questi ci sono i certificati a capitale 100% protetto che, se acquistati in fase di collocamento o a valore inferiore a quello di emissione (essendo il rimborso minimo pari al valore nominale ovvero di emissione), consentono di proteggere il capitale interamente. Tuttavia, sono impiegabili diversi sottostanti e vale quindi la pena approfondire quel convenga.

Introduzione all’Euribor®

I tassi elevati hanno permesso di costruire prodotti su sottostanti che, fino a poco tempo fa, non avrebbero restituito rendimenti decenti, come ad esempio Euribor®.

  • L’Euribor (Euro Interbank Offered Rate) è un tasso di interesse di riferimento utilizzato nel mercato interbancario dell’euro.
  • Esso rappresenta il tasso di interesse medio al quale le banche europee sono disposte a prestarsi denaro tra loro per un periodo specifico in euro.
  • Il calcolo avviene con cadenza giornaliera in base alle tariffe di interesse fornite da un pannello di banche europee selezionate.

Come è possibile intuire, Euribor® è ampiamente utilizzato nel settore finanziario come parametro di riferimento per una vasta gamma di prodotti finanziari, tra cui prestiti ipotecari, prestiti bancari, obbligazioni eccetera. Tale tasso di riferimento fornisce una base comune per la determinazione dei tassi di interesse in tutta l’area dell’euro, consentendo una maggiore coerenza e uniformità nel mercato finanziario europeo.

Scadenze dell’Euribor®

Vi sono varie scadenze, che variano da 1 settimana a 12 mesi.

  • Ogni scadenza rappresenta il tasso di interesse per un determinato periodo temporale.
  • Le diverse scadenze del tasso interbancario vengono utilizzate per adattarsi alle esigenze specifiche dei contratti finanziari.
  • Ad esempio, i mutui a tasso variabile possono essere collegati a scadenze a 3 o 6 mesi, il che significa che il tasso di interesse del mutuo viene ricalcolato ogni 3 o 6 mesi in base all’Euribor® corrispondente.
  • Per quanto riguarda l’emissione dei certificati, si utilizza Euribor® 3M.

Esempio di funzionamento di un certificato costruito su Euribor®

Nel caso di un prodotto a capitale 100% protetto, un certificato deve rimborsare obbligatoriamente a scadenza il valore nominale. Nel corso del tempo, può distribuire delle cedole il cui pagamento può essere condizionato dalla performance dello stesso tasso interbancario che funge da barriera cedola.

Salvo espressa partecipazione al sottostante, non si guadagna se il tasso sale, in quanto quest’ultimo viene solamente usato per osservare la barriera cedola, tranne un piccolo apprezzamento dovuto al fatto che il prodotto si allontana dalla sua relativa barriera cedola.

In fase successiva vedremo cosa accade in caso di cambiamento di condizioni macroeconomiche rispetto ad un prodotto costruito su indice.

Indici più comuni ed eventuale opzione Quanto

Per costruire certificati su capitali a 100% protetto, si utilizzano solitamente indici di tipo Pan-Europeo.

  • Tali indici hanno un numero ridotto di costituenti e ciò abbassa estremamente i costi di replica del sottostante.
  • L’assenza del rischio cambio diminuisce ulteriormente la complessità del prodotto.

Tuttavia, parlando di indici particolarmente liquidi, si può tranquillamente trovare anche con prodotti su sottostanti americani, come ad esempio Nasdaq100® ed SP500®. In tal caso, si usa spesso l’opzione Quanto, che è una caratteristica interna al certificato che permettere di eliminare il rischio di cambio.

  • L’eliminazione del rischio cambio elimina ovviamente il premio presente nell’investire in una valuta estera: attualmente, sappiamo che le obbligazioni denominate in dollari rendono di più rispetto a quelle denominate in euro, questo in previsione di un cambio futuro potenzialmente svantaggioso.
  • Di conseguenza, prodotto con opzione Quanto non crea questa “preoccupazione”, ma è difficile di conseguenza trovare certificati su sottostanti americani che paghino di più rispetto ad un indice pan-europeo, a parità di rischio atteso uguale per tutti i sottostanti, ovviamente.

Insomma, difficilmente si intravvederanno indici la cui replica è alquanto costosa, come un ACWI® (All Country World Index) o mercati emergenti, per non parlare di Small Cap.

Si può trovare qualcosa di più diversificato nei Certificati a Capitale Protetto con Partecipazione (anziché distribuire cedole, tali prodotti partecipano ad un eventuale rialzo ma con protezione in caso di ribassi), talvolta anche costruiti su indici proprietari.

La scarsa presenza di indici disponibili è un problema?

Sulla questione della tipologia di indice usato e delle scarse opportunità disponibili, in particolare in ambito diversificazione, dipende molto dalla protezione del capitale:

  • Se si parla di un certificato a capitale condizionatamente protetto, con possibile perdita parziale o totale del capitale investito, è chiaro che avere diversi strumenti sullo stesso sottostante può creare una ridondanza all’interno del portafoglio.
  • Se il prodotto è a capitale 100% protetto, escludendo la volatilità di breve termine (se si vende il prodotto prima della data di scadenza nel mercato secondario), l’intera protezione del capitale è sufficiente ad eliminare il rischio di concentrazione, perché attendendo la scadenza, in nessun modo verrà restituita una performance negativa derivante dal sottostante a fronte di scenario sfavorevole.

Indice VS Euribor®

Ora che abbiamo fatto luce sui sottostanti ed abbiamo compreso che, portando a scadenza, garantiscono tutti la protezione del capitale, vediamo cosa accade durante il periodo di detenzione del prodotto, partendo prima con alcune premesse:

  • I certificati a capitale 100% protetto su Euribor® hanno solitamente un rendimento annualizzato superiore rispetto a quelli costruiti su indice ed hanno anche barriere più “severe” per la distribuzione delle cedole.
  • Tale caratteristica può invogliare a prediligere un prodotto costruito su tasso di interesse, anziché su un indice azionario.

Cosa avviene in caso di scenario di mercato negativo?

In caso di scenario di mercato negativo sul mercato azionario, si può pensare che il prodotto più penalizzato nel mercato secondario possa essere il certificato costruito su indice. Tuttavia, se avviene un taglio dei tassi, la situazione potrebbe essere maggiormente a sfavore del certificato costruito su tasso interbancario.

Cosa avviene se vengono tagliati i tassi di interesse?

Certificato su indice

In caso di taglio dei tassi, specialmente se marcato, si presuppone un’economia debole e quindi una performance di mercato scarsa. Tuttavia, essendo le barriere cedole sui certificati su indici solitamente più generose di quelle costruite sui tassi, è possibile che il certificato costruito su un indice azionario sia ancora in grado di “bloccare” un determinato rendimento atteso e, nel mercato secondario, riuscire ad apprezzarsi leggermente.

Certificato su tasso di interesse

Nel caso di un certificato su tassi di interesse, le barriere cedola sono solitamente più strette ed è quindi facile non ricevere le cedole, perdendo il flusso di cassa prestabilito.

Inoltre, in caso di scenari di volatilità e potenziale recessione, è molto più probabile una lateralizzazione nel mercato azionario che sui tassi di interesse che, storicamente, vengono aumentati e tagliati in maniera particolarmente repentina, rischiando di scoraggiare ulteriormente la performance del prodotto.

A tal proposito si possono intravedere due scenari:

Il taglio dei tassi non intacca la barriera cedola

Se il taglio dei tassi non intacca la barriera cedola, il prodotto è ancora in grado di restituire la performance annua prefissata, restando il rendimento “fissato”, ne consegue un guadagno in conto capitale in caso di calo dei tassi di interesse.

Il taglio dei tassi intacca la barriera cedola

Se il taglio dei tassi dovesse intaccare la barriera cedola, si perde il rendimento cedolare atteso, ed è quindi meno probabile che la quota si apprezzi, in quanto, sebbene anche qualsiasi nuova emissione di strumento di debito o cartolarizzato debba scontare i nuovi tassi (facendo quindi guadagnare le vecchie emissioni), non vi è nessun rendimento atteso fissato, di conseguenza il prodotto può diventare poco fruttifero.

Ipotesi remota di ulteriore aumento dei tassi

In caso di aumento dei tassi, non c’è molto da dire, in quanto le nuove emissioni di titoli di debito dovranno rendere di più, deprezzando ambedue i prodotti già emessi.

Ciò vale quindi anche per il certificato correlato al tasso interbancario, che potrebbe apprezzarsi per via dell’aumento del margine di sicurezza rispetto alla barriera cedola (dato che l’osservazione si effettua sul tasso interbancario), ma allo stesso tempo risentire della disponibilità di nuove emissioni di titoli di debito negoziate ad un tasso superiore. Ricordiamo che il monitoraggio del sottostante non avviene per incrementare l’importo della cedola o partecipare alla performance, ma solo per rilevare la condizione per il pagamento dell’importo prestabilito.

Conclusione sui prodotti correlati a tasso interbancario

Concludiamo facendo alcune doverose osservazioni sui prodotti a tasso fisso e prodotti correlati a tasso interbancario:

  • Quando si acquista qualsiasi tipo di prodotto sensibile ad un tasso interbancario, è necessario notare sempre, in ottica contrarian, come convenga all’investitore un rendimento a tasso fisso quando i tassi sono alti, ad esempio comprando obbligazioni a tasso fisso.
  • Bisogna ricordarsi che, se si acquista un prodotto che restituisce la performance corrente di un determinato tasso interbancario, o comunque un premio legato al suo valore, il prezzo della quota del prodotto potrebbe deprezzarsi sensibilmente in caso di taglio dei tassi, questo perché in assenza di tasso fisso non è possibile fissare il rendimento e scontare il taglio, perdendo la possibilità di guadagnare in conto capitale.

Ovviamente il certificato a capitale 100% protetto renderà totalmente coperto il capitale investito a scadenza, tuttavia sono possibili fluttuazioni nel mercato secondario e possibile perdita di flusso cedolare con una dinamica diversa rispetto ad un certificato costruito su indice. Per tale motivo, se si intende acquistare, è necessario avere la convinzione che i tassi restino alti per un lasso di tempo considerevole, escludendo tagli repentini che potrebbero avvenire nelle annate successive durante il ciclo di vita del prodotto.