Investire in ETF Tematici: Conviene?

Automazione, cloud computing, veicoli elettrici, energia pulita, robotica e intelligenza artificiale. Convengono veramente gli investimenti tematici?

Alcuni temi di investimento sono più accattivanti di altri. Automazione, cloud computing, veicoli elettrici, energia pulita, robotica e intelligenza artificiale hanno nel corso degli anni dominato alternativamente il mercato degli ETF tematici.

Ma non è una novità del 2000 a questa parte: l’elettronica negli anni ’60, biotecnologie negli anni ’80 e le azioni di internet negli anni ’90 rendono bene l’idea che le convinzioni tematiche dominino ormai da molto tempo. L’idea dietro a questo stile di investimento è partecipare a innovazioni potenzialmente disruptive per guadagnare rendimenti superiori. Vale però la pena?

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L’entusiasmo degli ETF tematici deteriora i rendimenti.

Un investimento in pieno Hype, probabilmente non è un buon investimento.

  • L’entusiasmo collettivo degli investitori incrementa i prezzi delle azioni.
  • Tuttavia, per quanto possano essere ampi i profitti attesi da un nuovo tema di investimento, ciò che conta per gli investitori è la crescita degli utili per azione.
  • Se numerose aziende legate a un tema di investimento decidono di quotarsi, è possibile che il tema di investimento finisca per avere una performance inferiore rispetto al mercato.

Fonte: William Bernstein e Rob Arnott “Earning Growth the 2% Dilution”

La dinamica dei mercati costosi per le aziende, nonostante le limitate opportunità di rendimento degli investimenti, seguita da un calo dei prezzi quando si realizza la realtà, è stata descritta in un articolo del 2020 di Brad Cornell e Aswath Damodaran intitolato “The Big Market Delusion” (L’illusione dei grandi mercati).

La scarsa vendita allo scoperto incrementa le bolle

I mercati possono essere irrazionali per più di quanto l’investitore possa essere solvente. Numerosi personaggi hanno intravisto bolle di carattere speculativo, senza poter effettivamente beneficiare puntando al ribasso, ed aiutando a prezzare correttamente il mercato, in quanto spesso il rally è talmente euforico da poter scatenare uno short squeeze.

  • Gli investitori troppo fiduciosi saranno disposti a pagare più del valore fondamentale e ciò offre l’opzione di venderla successivamente ad un investitore ancora più eccessivamente fiducioso, scatenando un circolo vizioso.
  • Il risultato è come già detto un comportamento simile a una bolla nei prezzi degli asset, il che di solito non porta a un buon fine per gli investitori.
  • Senza considerare short squeeze e difficolta nell’intercettare i massimi di una bolla, a causa dei costi delle vendite allo scoperto, l’eccesso di fiducia riesce sempre a surclassare l’eccesso di pessimismo.

Fonte: Jose Schenkman e Wei Jiang intitolato “Overconfidence and Speculative Bubbles”.

Rendimenti attesi degli ETF tematici

  • Gli etf tematici forniscono un alpha annuale medio negativo di circa sei punti percentuali nei cinque anni successivi all’inizio del fondo.
  • Per assurdo, i rendimenti degli indici utilizzati per costruirli sono spostati antecedentemente alla costruzione dei prodotti stessi
  • Prima del lancio dei prodotti, i titoli del benchmark tendono ad aumentare di prezzo, ma prima del lancio questi indici non sono investibili, ciò anticipa il rendimento prima ancora l’indice sia investibile

Insomma, gli indici tematici, su cui si basano gli ETF tematici, sono composti da azioni a prezzi elevati con un forte sentiment positivo e previsioni ottimistiche degli analisti, tutto ciò tende a diminuire al momento in cui viene lanciato l’ETF che traccia l’indice, proprio appena gli investitori possono effettivamente iniziare a investire i loro soldi.

Fonte: Itzhak Ben David e tre coautori, “Competition for Attention in the ETF Space”.

ETF tematici e fattori di esposizione

Come si comportano gli ETF tematici in questo contesto? Nel saggio “Betting against quant”, esaminando le esposizioni ai fattori degli indici tematici, David Blitz affronta la questione utilizzando gli indici tematici dei principali fornitori di indici, come MSCI e S&P, come campione.

  • Gli ETF tematici portano dei fattori di esposizione che spesso incrementano il rischio senza portare rendimenti aggiuntivi.
  • Gli indici tematici tendono ad avere molti rischi idiosincratici (non compensabili) misurati dal loro rapporto di volatilità, causati da azioni a piccola capitalizzazione con prezzi elevati, scarsa redditività e investimenti aggressivi.

La combinazione dei fattori di rischio produce i peggiori rendimenti corretti per il rischio rispetto a qualsiasi altro portafoglio basato su fattori, senza contare il fatto che gli investitori che si espongono a questi fondi potrebbero avere poca conoscenza dei fattori di rischio e dei rendimenti attesi, ignorandone quindi i pericoli.

Le performance temporanee positive potrebbero ingannare

Nonostante tutto, resta la possibilità che questi portafogli relativamente concentrati stiano generando rendimenti positivi, nonostante gli scarsi profili di rendimento atteso, ma è bene fare alcune doverose osservazioni in quanto tale evento è tuttavia fuori dalla media in termini di probabilità:

  • Gli indici tematici mostrano alfa positivi nei test retrospettivi
  • I fondi/ETF effettivi, una volta lanciati, tendono ad avere alfa negativi, come abbiamo visto in precedenza.

Gli ETF tematici potrebbero sovra-ponderare le azioni meno appetibili

Uno studio denominato Betting Against The Quant ha dimostrato l’impatto che gli ETF hanno sul mercato sovra ponderando le azioni a piccola capitalizzazione, di crescita, a bassa redditività e ad alto investimento.

  • Questa attività crea una fetta di investitori disposta a detenere azioni “poco interessanti” in termini di fondamentali
  • L’appetibilità verso azioni con prezzi bassi, redditività solida e investimenti conservativi (l’esatto opposto degli etf tematici) incrementa quindi ulteriormente, in quanto non vi è il premio di guardare verso orizzonti più rischiosi, essendo quei titoli già prezzati dagli ETF tematici stessi.

Morningstar e Cathie Wood

Nel rapporto “Mind the Gap” del 2021 di Morningstar, che confronta il rendimento dei fondi con il rendimento degli investitori in quei fondi, si inquadra che il divario comportamentale maggiore (che deteriora quindi i rendimenti) è nei fondi settoriali (parenti lontani dei fondi tematici).

I fondi settoriali hanno un rapporto rischio/rendimento decisamente migliore rispetto ai tematici, ma essendo lontani parenti, almeno in termini di concentrazione dei titoli (aggiungendovi però anche la scarsa qualità dei fondamentali), è probabile che i fondi tematici facciano ancora peggio, per quanto non venga direttamente analizzato nello studio.

La disfatta di ARK

  • Il fondo di Cathie Wood ARK Innovation, alla fine di novembre 2021, aveva conseguito un rendimento composto quinquennale del 41,3%.
  • L’investitore medio di ARK aveva guadagnato solo il 9,9%
  • Il crollo successivo di ARK, ha poi eliminato gran parte delle possibilità di ottenere rendimenti positivi nei confronti di chi è entrato in piena FOMO.

Insomma, le case di investimento hanno un enorme incentivo a creare e commercializzare prodotti che si rivolgono a temi di investimento accattivanti. Le commissioni tematici sono molto più alte rispetto ai non tematici e ciò motiva gran parte del marketing che vi è dietro.