Come Investire con le opzioni: Guida base ed Operatività

Investire con le opzioni è vista come un’operatività esotica ed accattivante, tuttavia è necessario conoscere in maniera approfondita lo strumento ed il proprio profilo di rischio al fine di poterle utilizzare al meglio.

Un opzione è un contratto asimmetrico tra l’investitore ed un intermediario, conferendo il diritto di acquistare o vendere una certa azione per un certo prezzo, in una certa data. Si individuano quindi 3 elementi:

  • Sottostante
  • Data di scadenza
  • Prezzo (Strike price)

Le opzioni possono essere di tipo europeo (esercizio solo alla data di scadenza) o americano (esercitabili in qualsiasi momento).

Esistono 2 tipologie di opzioni: call e put, dove “call” prevede uno scenario rialzista e conferisce quindi il diritto a comprare, “put” prevede invece uno scenario ribassista e concede quindi il diritto a vendere.

Per semplicità, iniziamo dalle opzioni call.

Opzioni CALL

Nel caso di un’opzione call con prezzo di mercato superiore allo strike price, l’opzione è ITM (in the money), ci si avvarrà della possibilità di esercitare il diritto all’acquisto. In caso contrario di definisce OTM (out of the money)

  • Normalmente, quando il diritto viene esercitato, non viene fornita l’azione stessa, viene piuttosto corrisposto in denaro il differenziale tra strike e prezzo di mercato.
  • Casi particolari in cui avverrà la consegna delle azioni verranno approfondite successivamente.

Determinazione del prezzo opzione CALL

Il prezzo dell’opzione è determinabile da (prezzo attuale-strike)+probabilità di raggiungimento strike

  • La probabilità di superamento dello strike incorpora molteplici fattori come vedremo più avanti, tuttavia il fattore maggiormente impattante risulta essere la data di scadenza.
  • (prezzo attuale – strike) può ovviamente presentare valore negativo, stessa cosa la probabilità di raggiungimento dello strike, tuttavia non lo sono mai contemporaneamente in quanto, per motivi di mercato, il prezzo di un’opzione non può mai essere negativo o pari a zero.

Acquisto di un’azione vs acquisto opzione CALL

L’utilizzo di opzioni consente di acquistare il diritto su un numero di azioni decisamente superiore rispetto ad acquistare l’azione stessa, considerando un importo investibile usato per comprare il premio di un’opzione rispetto all’azione diretta.

Tuttavia in caso di prezzo al di sotto dello Strike Price, la perdita è del 100% (l’intero capitale investito).

Opzioni PUT

Nel caso di un’opzione put con prezzo di mercato inferiore allo strike price, l’opzione è ITM (in the money), ci si avvarrà della possibilità di esercitare il diritto alla vendita. In caso contrario di definisce OTM (out of the money)

  • Anche in questo caso il diritto alla vendita non si riferisce alle azioni stesse, piuttosto al corrispettivo in denaro del differenziale tra prezzo di mercato e strike.

Determinazione del prezzo opzione PUT

Le opzioni put, come detto prima, hanno lo scopo di beneficiare in caso di ribassi del sottostante.

  • Il prezzo dell’opzione è determinabile invertendo strike e prezzo attuale rispetto alla formula precedente, ottenendo (strike – prezzo attuale)+probabilità di raggiungimento strike.
  • Anche in questo caso probabilità di superamento dello strike incorpora molteplici fattori come vedremo più avanti, tuttavia il fattore maggiormente impattante risulta essere la data di scadenza.
  • Anche in questo caso, quanto contenuto in parentesi (strike – prezzo attuale) può presentare valore negativo, stessa cosa per la probabilità di raggiungimento dello strike, tuttavia non lo sono mai contemporaneamente in quanto, per motivi di mercato, il prezzo di un’opzione non può mai essere negativo o pari a zero.

Acquisto di un’azione vs acquisto opzione PUT

Come menzionato precedentemente, l’utilizzo di opzioni consente di acquistare il diritto su un numero di azioni decisamente superiore rispetto ad acquistare l’azione stessa, considerando un importo investibile usato per comprare il premio di un’opzione rispetto all’azione diretta e questo vantaggio si esprime anche in caso di posizioni ribassiste.

Tuttavia in caso di prezzo al di sotto dello Strike Price, la perdita è del 100% (l’intero capitale investito).

Attenzione alla consegna del sottostante

Quando si negozia un opzione, è necessario assicurarsi che il diritto ad acquistare o a vendere si riferisce ad un differenziale (somma di denaro) correlata ad un sottostante e non al sottostante stesso: se è previso l’acquisto fisico di una determinata azione ad un determinato prezzo, saremo costretti a portare a termine l’eseguito, medesima operazione in caso di vendita.

  • Una soluzione potrebbe quella di essere vendere prima della scadenza, ma la liquidità potrebbe non garantire la vendita, soprattutto vicino a data di scadenza. Meglio dunque evitare e negoziare strumenti in cui è esplicitamente detto che verrà corrisposta una somma in denaro.
  • Questo vale soprattutto nel caso di materie prime e azioni singole; nel caso di indici, il diritto esercitato mediante un corrispettivo importo in denaro è quasi certo.

Esempio con Borsa Italiana

Nella categoria azioni, Borsa Italiana mostra in maniera specifica la differenza tra Cash Settlement (diritto corrisposto denaro) e Physical Settlement (diritto corrisposto con sottostante fisico), in particolare per le opzioni in stile europeo per le quali non è possibile vendere prima della scadenza e quindi, se acquistate erroneamente, causerebbero numerosi problemi sull’esercitazione del diritto dell’opzione.

Opzioni disponibili su azioni su Borsa Italiana: settimanali, standard, stile europeo cash_settlement-physical_settlement

Opzioni FTSE MIB

Sono inoltre disponibili le opzioni su FTSE MIB per le quali, come già spiegato sugli indici, il regolamento avviene in denaro e non fisicamente, trattandosi ovviamente di un indice.

Effetto leva delle opzioni

Ovviamente, minore è il premio necessario per permettersi un determinato diritto, maggiore è l’effetto leva nell’opzione stessa. Come vedremo negli articoli successivi, la leva sul sottostante non è quindi costante nel tempo. Lo è una volta acquistata l’opzione, ma in caso di fluttuazioni di prezzo possono occorrere somme di denaro superiori o inferiori per “accaparrarsi” un determinato diritto, con conseguente variabilità.

Breve cenno su altri tipi di leva finanziaria

Le opzioni sono ovviamente solo una piccola parte di strumenti in grado di operare con un effetto leva, vi sono numerosi tipi di leva finanziaria disponibili e vanno ovviamente determinati in base al proprio profilo di rischio. Gli strumenti che possono “competere” in termini di leva finanziaria offerta sono i seguenti:

  • Futures: consentono di acquistare un contratto (valore nozionale) di importo molto grande a fronte del versamento di un margine ridotto. Normalmente, la scadenza di un future impone il delivery fisico del sottostante e, se la fluttuazione del contratto erode il margine versato, si può potenzialmente generare un saldo negativo. Tuttavia, per facilitare la negoziazione agli utenti al dettaglio i broker fissano uno stop-loss in grado di perdere una cifra inferiore o pari al margine e la posizione viene chiusa automaticamente in maniera anticipata per impedire il delivery fisico del sottostante.
  • Certificati a leva dinamica: consentono di avere leve molto elevate, è previsto uno strike o barriera al di sotto del quale il prodotto si estingue istantaneamente. Occorre prestare attenzione su questa caratteristica che rende vano l’investimento (lo azzera) ancora prima del raggiungimento della scadenza stessa, a differenza di una opzione che può tranquillamente tornare in the money durante il suo ciclo di vita.
  • Certificati a leva fissa hanno una leva fissa rettificata in maniera giornaliera. La leva offerta è inferiore ed è al massimo pari a 7. Occorre ricordare che il rapporto di leva si riferisce alla performance giornaliera, in caso di investimento nel medio lungo termine, l’effetto leva può aumentare o diminuire per via dell’effetto compounding.
  • Etp/Etc/Etn a leva fissa: leva solitamente pari a 3, le distorsioni della leva giornaliera sono inferiori ma rappresentano ancora una fonte di attenzione per chi ne estende la detenzione in periodi di negoziazione superiori al giorno.
  • Etf a leva: leva ancora più bassa, sul mercato europeo spesso non superiore 2. Valgono le medesime considerazioni precedenti, per quanto la leva inferiore diminuisca l’effetto compound è comunque sconsigliato nel KIID detenere a lungo termine.
  • Margine: tipo di leva simile ai futures ma applicata a CFD o a conti a margine. Occorre ricordare che la somma al netto del margine depositato per ottenere l’effetto leva non è derivante dal valore nozionale di un contratto come i futures, bensi da una somma finanziata che presenta costi di finanziamento molto elevati. Risulta, per questo motivo, essere la leva più elevata.