Nell’ultimo periodo, grazie al lancio di ETF Criptovalute ed ETP in grado di rispecchiare l’andamento di crypto, si è aperta la possibilità di investire nel sottostante senza il diretto acquisto e quindi anche mediante il proprio home banking.
Approfondiamo quindi tutti i vantaggi e svantaggi nel detenere criptovalute in maniera reale o mediante l’acquisto di ETP ed ETF.
Sia il possesso di criptovalute che il possesso di ETP correlati sono tassati sul possesso e sulla plusvalenza.
Tuttavia, nel caso della detenzione di criptovalute “reali”, è presente una soglia minima di plusvalenza annua al di sotto della quale non si pagano tasse fissata a 2mila euro annui, a fronte però di alcuni svantaggi che analizzeremo in seguito.
Un ETP posseduto presso una banca o broker, specialmente in regime amministrato, non richiede ulteriori spese di tempo e denaro per la dichiarazione dei redditi mentre dichiarare il possesso di Crypto reali comporta una spesa di tempo e denaro ed espone a possibili errori di compilazione e relativi accertamenti fiscali, è necessario quindi conoscere in maniera approfondita la materia se si vuole fare da soli.
Inoltre, rispetto ad un semplice dossier titoli presente presso una banca, la normativa in relazione alla tassazione sulle pratiche successorie è particolarmente complessa nel caso di cripto valute fisiche e, in caso di wallet fisico, il rischio di non poter accedere ai fondi in caso di perdita della chiave è molto alto.
Bisogna prestare particolare attenzione alla differenza tra ETF ed ETP in termini di trattamento fiscale. In condizioni di assenza di minusvalenze nello zainetto fiscale, tutti e due i prodotti subiscono una tassazione pari al 26%, tuttavia, nel caso degli ETP (ma anche ETN ed ETC) e di una relativa vendita con guadagno, se sono presenti delle minusvalenze nello zainetto fiscale sarà possibile compensarle con i guadagni appena realizzati, risparmiando notevolmente sulla tassazione. Il meccanismo è possibile in quanto i guadagni realizzati con gli ETP sono considerati redditi diversi, mentre quelli realizzati mediante ETF sono redditi da capitale e non possono compensare le minusvalenze.
Nel caso di criptovalute “reali”, i numerosi stress che si sono susseguiti recentemente hanno fatto capire in maniera chiara agli investitori che detenere crypto presso un exchange è una pessima idea poiché espone inesorabilmente al fallimento dello stesso.
Nel caso degli ETF, essendo classificati OICR (Organismi d’Investimento Collettivo del Risparmio), la tutela è maggiore in quanto il fallimento dell’emittente non pregiudica la perdita del capitale (il patrimonio degli investitori è separato dalla società e collocato in una banca depositaria).
Attenzione ai derivati: tutti i prodotti che replicano l’andamento di un sottostante, possono farlo acquistando il diretto sottostante o utilizzando dei derivati per replicarne l’andamento.
Tuttavia, numerosi emittenti, eseguono una replica fisica segregando le cripto monete presso altri intermediari. Resta comunque l’emittente ad avere un’obbligazione nei vostri confronti e quindi, questo meccanismo non elimina il Rischio Emittente.
Si rimanda alla pagina dedicata per acquistare Etp Crypto su Singolo Sottostante o qualora si voglia acquistare Etp Crypto su Panieri e Indici.
I prodotti più liquidi e conosciuti sono sicuramente i seguenti. Tuttavia, come già detto, l’universo investibile è cosi esteso che si consiglia di approfondire alle pagine sovra-citate.
Cme menzionato precedentemente che gli ETF non compensano le minusvalenze e che ad oggi non esistono ETF su criptovalute, ma soltanto ETF che tracciano l’andamento di azioni fortemente esposte alla blockchain, motivo per il quale l’offerta di etf è molto più ridotta rispetto agli etp.
Tutti i prodotti “classici” di un dossier titoli (ETF-ETP-ETC-ETN), inoltre, espongo ad eventi che potrebbero non dipendere da noi o dalla società stessa di investimento:
I costi di gestione di uno strumento che replica l’andamento di un sottostante possono essere particolarmente fastidiosi se si è abituati ad acquistare cripto reali. Il T.E.R. (total expense ratio) in alcuni prodotti, può arrivare al 2% annuo.
Per chi viene dal mondo dei fondi, non è nuovo vedere che investimenti ad alta crescita o per meglio dire su cui l’emittente si aspetta un alta crescita, vengano proposti con commissioni di gestione molto elevate. Le cripto valute, purtroppo, non sono da meno.
Prodotti poi particolarmente poco liquidi possono avere uno spread denaro-lettera elevato e possono variare sensibilmente tra i singoli emittenti ed in base al mercato di quotazione del prodotto, fare un ricerca in tal senso è quindi fortemente consigliato prima di effettuare un acquisto.
Se inoltre mettiamo in considerazione la possibilità mettere in staking le crypto e quindi di guadagnare sulla loro detenzione (pur dovendo considerare tutti i rischi del caso, in particolare della CeFi), non serve neanche dire in questo caso chi sia il vincitore.
Non si trattano ovviamente di spese cosi ingenti da vanificare l’investimento stesso, tuttavia, in ottica di lungo termine (molto estesa), come l’investimento per un futuro pensionamento, ogni piccola percentuale sui costi impatta in maniera significativa sull’interesse composto.
In sintesi, per piccole cifre e per chi ha poca esperienza, un prodotto acquistabile direttamente presso la propria banca può essere la scelta migliore per iniziare a guadagnare esposizione nel mondo crypto. Se si ha già un’ottima conoscenza delle cripto e si sta iniziando adesso ad avere dei risparmi da poter investire, la dimestichezza potrebbe premiare nel comprare criptovalute fisiche, in particolare per l’assenza di tasse sulle plusvalenze per cifre inferiori a 2mila euro.
Non serve neanche menzionare che in caso di conoscenze approfondite e di capitali importanti l’acquisto fisico è effettuato anche ai fini di protezione patrimoniale. Se si dispongono di capitali importanti ma si è a corto di conoscenze, un approfondimento sulla materia non guasta mai, sempre previa consulenza ed accertandosi di eseguire scelte di investimento in linea con il proprio profilo di rischio.